Il canale digerente è un apparato che mette in comunicazione l’interno dell’organismo con l’ambiente esterno. Per questo, il corpo è «protetto» nel contatto diretto con il contenuto del lume intestinale dalla presenza della barriera intestinale, costituita dall’epitelio mucosale, dal sistema immunitario associato alla mucosa e dalla microflora intestinale.

Dopo la nascita, il tratto intestinale viene colonizzato progressivamente da una moltitudine di batteri benefici o potenzialmente patogeni e di altri microorganismi – tra cui virus, protozoi e funghi – che, convivendo in equilibrio, svolgono funzioni importanti per l’organismo e per l’ecosistema microbico stesso. L’insieme di tutti i microrganismi che colonizza il tratto digerente è noto come microbiota: prima considerato ospite del nostro corpo; ora, piuttosto, lo riconosciamo come il grande “tempio” che ci ospita, perché il numero di microrganismi che lo popolano è di gran lunga superiore al numero delle nostre cellule.

Questa enorme popolazione vivente si nutre di quello di cui noi ci nutriamo, comunica, attraverso le cellule nervose enteriche (“secondo cervello”) con il “primo” cervello e regola, modulando il sistema immunitario, anch’esso presente a livello enterico, lo stato di salute generale del nostro corpo attraverso una vantaggiosa convivenza.

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Non a caso batteri, sistema immunitario e cervello enterico si sviluppano contemporaneamente ed instaurano una vitale e reciproca comunicazione nell’arco dei primi mille giorni di vita del neonato. 

Il microbiota intestinale è una complessa e vasta comunità di batteri appartenenti a oltre 1000 specie, classificati in 11 phyla; è un organo formato da trilioni, cioè da migliaia di miliardi di cellule batteriche, dal peso di quasi 2 chilogrammi. I phyla microbici intestinali dominanti sono: Firmicutes, Bacteroidetes, Actinobacteria, Proteobacteria, Fusobacteria e Verrucomicrobia

La composizione di questa comunità commensale varia nell’arco della vita ed è molto sensibile alle variazioni nutrizionali, a fattori ambientali (es. clima o stile di vita), patologici (es. infezioni gastrointestinali) e farmacologici (es. uso di antibiotici).

Firmicutes e Bacteroidetes rappresentano circa il 90% del microbiota intestinale. Il phylum Firmicutes è composto da più di 200 generi diversi, come Lactobacillus, Bacillus, Clostridium, Enterococcus e Ruminicoccus. Il phylum Bacteroidetes è rappresentato da generi predominanti come Bacteroides e Prevotella. Il phylum degli Actinobacteria è, in proporzione, meno abbondante e costituito principalmente dal genere Bifidobacterium. 

E’ auspicabile che le famiglie buone siano più numerose di quelle cattive per beneficiare di uno stato di equilibrio detto eubiosi. Quando le famiglie cattive crescono eccessivamente si crea, di contro,  una situazione di squilibrio denominata disbiosi.

L’ecosistema microbico intestinale presenta una densità maggiore nella regione distale, quella del colon. 

Con il termine microbioma si fa riferimento al microbiota unitamente all’ambiente in cui si trova. 

Il termine microbioma viene talvolta utilizzato anche nell’accezione di «genoma collettivo» del microbiota

FUNZIONI ESPLICATE DAL MICROBIOTA

Il microbiota intestinale influenza l’omeostasi, l’equilibrio, dell’ospite svolgendo numerose funzioni metaboliche e non solo strettamente digestive, grazie alla sua capacità di produrre e regolare una moltitudine di sostanze che raggiungono la circolazione sistemica ed influenzano l’attività degli organi distali e dell’intero organismo.

I batteri intestinali modellano la barriera dell’intestino rafforzandola e allertano il sistema immunitario, affinché non lasci passare all’interno dell’organismo antigeni, tossine o microbi potenzialmente pericolosi per la salute, ma solo nutrienti necessari per il corretto funzionamento dell’organismo. Il microbiota modula le risposte infiammatorie, in maniera tale che nulla di indesiderato e svantaggioso invada il circolo sanguigno. 

Funzioni metaboliche:

partecipazione ai processi digestivi e metabolici dell’organismo:

→ fermentazione di fibra alimentare e amidi resistenti non digeribili dall’ospite nella parte prossimale dell’intestino crasso;

→ sintesi di vitamine, come la vitamina K e le vitamine del gruppo B. 

Estrazione di polifenoli dal cibo ingerito: 

→ metabolismo dei polifenoli alimentari con produzione di metaboliti secondari più biodisponibili. 

Mantenimento dell’integrità della barriera intestinale:

→ fermentazione di carboidrati con produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA-Short Chain Fatty Acids) come il butirrato ed il propionato, utili per la crescita, la differenziazione ed il metabolismo degli enterociti del colon (cellule che formano l’epitelio intestinale);

→ stabilizzazione delle tight-junctions (giunzioni strette tra le cellule dell’epitelio dell’intestino);

→ stimolazione della sintesi di mucina.

Protezione dalla colonizzazione e dall’invasione di microrganismi potenzialmente nocivi 

→ sintesi di batteriocine, molecole con attività antimicrobica; 

→ produzione di acido lattico, propionico e acetico che abbassano il pH luminale, inibendo la proliferazione di batteri patogeni; 

→ competizione per i substrati nutritivi;

→ competizione per l’adesione all’epitelio. 

Modulazione della funzione immunitaria 

→ influenza sull’attività e sullo sviluppo dell’immunità a livello epiteliale, attraverso l’interazione con il tessuto linfoide associato all’intestino (GALT-gut associated lymphoid tissue): induzione della proliferazione di specifiche sotto-popolazioni leucocitarie e stimolazione della sintesi di citochine (in particolare IL-2, IL-4, IL-10, IL-12 e IFN-γ);

 → influenza sull’attività e sullo sviluppo dell’immunità a livello sistemico.

ASSE INTESTINO-CERVELLO e Leaky gut syndrome

L’ asse INTESTINO-CERVELLO è una connessione bidirezionale: il cervello parla all’intestino e l’intestino dialoga con il cervello. Un intestino in disordine invia segnali al cervello, proprio come un cervello in disordine invia segnali all’intestino. Pertanto, il disagio gastroenterico può essere causa di stati ansiosi, di stress o di depressione, influenzando negativamente la sfera emotiva e cerebrale. A tal proposito è estremamente importante che le cellule della membrana intestinale siano strettamente compatte e vicine l’una all’altra, creando appunto delle “giunzioni serrate”. Quando viene a perdersi questa compattezza tra le cellule della mucosa intestinale, si instaura una condizione di alterata permeabilità intestinale, detta: “Leaky gut syndrome”, ovvero “sindrome dell’intestino gocciolante”. La membrana lascia passare nel torrente ematico batteri, metalli pesanti, virus, funghi, molecole di cibo non digerito: la prima diretta conseguenza è l’instaurarsi di uno stato infiammatorio che porta all’insorgenza di allergie, intolleranze e patologie autoimmuni. I sintomi più frequenti associati alla Leaky gut syndrome possono essere: cefalea, tremori, irritabilità, depressione, iperattività, dolori articolari e muscolari, stanchezza cronica, intestino irritabile, costipazione o diarrea e insorgenza, come detto prima, di allergie, intolleranze alimentari, ma anche alterazioni tiroidee e dolori mestruali. E’ stato lo stesso Ippocrate, 2.500 anni fa, a dire per primo che tutto aveva origine dall’intestino, nel bene come nel male. 

Allora prendiamoci cura di noi stessi, moduliamo il dialogo tra intestino-secondo cervello e primo cervello e, nel farlo, nutriamo correttamente e con conoscenza i nostri cari Amici Batteri, riconoscendone ed apprezzandone il virtuoso e vitale ruolo che ricoprono.

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