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Questa è una delle testimonianze della dott.ssa Biologa Nutrizionista Francesca Marcon, membro del comitato scientifico di EINUMM che applica i principi della Medicina Nutrizionale e Metabolomica nella sua professione.

“E.G., 52 anni, stava curando una massa tumorale di 3,5-4 cm nella zona perineale, che purtroppo non era operabile. I medici a cui si era rivolta le avevano consigliato di fare una lunga radioterapia e le avevano consigliato di agire anche da un punto di vista alimentare.

Lei quindi voleva sapere se con la nutrizione poteva fare qualcosa per avere maggiori energie che l’aiutassero a supportare la terapia.

La zona interessata le causava molti dolori, e non dormiva bene. La massa tumorale inoltre le impediva di andare in bagno regolarmente, perché  le causava un intoppo meccanico.
La situazione era molto delicata e lei stava seguendo tutte le terapie prescritte dalla sua equipe medica.

Quando venne da me, nelle domande di routine sulla sua alimentazione sono emersi i primi dati che mi hanno fatto capire che c’era un notevole squilibrio biochimico. Mi ha “confessato” che fino a pochi mesi prima beveva 2 litri di coca cola al giorno e mangiava quasi tutti i giorni panini e nel complesso molti carboidrati. Da un mese a questa parte si era rimessa in riga, ma sicuramente c’era ancora molto lavoro da fare.

Dopo aver raccolto i dati sulla sua alimentazione sapevo che doveva aumentare  molto l’apporto di omega 3, e grassi vegetali, oltre che verdure e altri alimenti antiossidanti.

L’alterazione dell’ambiente fisiologico in cui vivono le cellule è uno degli aspetti che aggravano lo sviluppo di cellule tumorali, per cui era fondamentale ripristinarlo. Altra cosa che mi premeva fare era supportarla e alleviarle il dolore durante le terapie che sarebbero seguite. I medici le avevano detto che sarebbe stato un percorso difficile, e che avrebbe avuto bisogno di un supporto.
Così ho applicato i dati della Medicina Nutrizionale,  cercando di dare al suo corpo il miglior nutrimento possibile per rispondere al meglio alle terapie e sopportare il dolore. Prevedevo che sarebbero sopraggiunte delle fasi di riparazione intense data la situazione e che l’aspetto del dolore non sarebbe stato semplice da gestire. 

La nutrizione poteva aiutarla a supportare la terapia, dandole più risorse per persistere nonostante le fasi riparatorie sarebbero state pesanti.

Ho preso in visione anche gli esami del sangue fatti in ospedale, che rilevavano tra le altre cose una carenza di vitamina D (che mi aspettavo) e un basso colesterolo HDL.  Dal punto di vista dei micronutrienti le ho dato quindi omega 3, vitamina D, un multivitaminico e antiossidanti. Mi sono poi concentrata sul dolore e sull’infiammazione, per cui le ho consigliato anche vitamina C, ribes nigrum e curcumina.

Come supporto alimentare ho fornito indicazioni per eliminare il più possibile i carboidrati, inserire yogurt con semi di lino e una dieta alimentare da seguire nei tre giorni prima della radioterapia.

Andando avanti con le terapie mediche e con l’aggiunta del supporto alimentare e vitaminico la situazione migliorava, la massa si stava riducendo e anche i linfonodi reagivano bene. La strada clinica e quella nutrizionale erano giuste e sembravano dare segnali positivi.

Purtroppo però, come prevedevo, la fase di riparazione metabolica si è fatta sentire e nel corso delle settimane l’area era ancora molto infiammata e lei stava perdendo peso. Era diventata inappetente, ed era molto sofferente. I medici hanno quindi dovuto darle un farmaco oppioide tale era l’intensità del dolore.

Dal canto mio anche io quindi ho cercato di capire a livello alimentare e di integrazione come era possibile aiutarla per alleviare il dolore e poter proseguire le terapie, riducendo il più possibile l’intensità delle fasi di riparazione.

Un problema aggiuntivo era anche farla mangiare sempre cibo sano, perchè oltre a momenti di inappetenza aveva momenti in cui aveva voglia di cibi non salutari. Le ho suggerito dei budini di latte di cocco e dei frullati energetici per compensare la bramosia degli zuccheri e farla proseguire con il percorso alimentare corretto.

Siamo andate avanti ancora qualche mese con la gestione dell’alimentazione e integrazione durante le terapie e la situazione stava migliorando. Ad un certo punto però ha avuto un ascesso e il dolore era diventato fortissimo. In affiancamento alle terapie mediche ho aumentato la dose di vitamina c e dato ulteriori consigli alimentari. L’ha superato molto bene.

Dopo alcuni mesi ormai la situazione era sotto controllo, ma restava l’ultimo scoglio, anche a detta dei medici: togliere l’oppioide. 

Togliere questo farmaco è stato difficile per la dipendenza che crea: le vitamine l’hanno aiutata molto in questo. Devo dire che lei è stata veramente molto brava, perchè ha dimostrato una grande forza di volontà. 

Si è ritrovata poi molto stanca e la mia figura non è stata solo quella di gestione dell’alimentazione, ma soprattutto di supporto e di incoraggiamento. I medici comunque erano positivi sul decorso clinico. Il lavoro di squadra stava funzionando.

Una cosa che mi ha detto e che mi ha fatto molto piacere è stata che avendo scoperto come funzionavano le fasi di riequilibrio del metabolismo era riuscita a resistere e a passare attraverso le fasi più dolorose della terapia, è riuscita a seguire tutta la terapia che i medici le avevano prescritto, non ha mai mollato.

Ad ogni cambiamento della nutrizione e dell’integrazione davo sempre infatti la spiegazione del perché poteva esserle utile e di cosa poteva aspettarsi. Dandole i dati della Medicina Nutrizionale, in modo semplice affinché le fossero chiari, ho visto che le hanno dato una maggiore consapevolezza e sicurezza nell’affrontare le fasi di riparazione del corpo.E.G. è riuscita a sconfiggere questa malattia, e a distanza di mesi le biopsie hanno dato tutte esito negativo.”

Dott.sa Francesca Marcon