La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è un disturbo gastrointestinale funzionale cronico caratterizzato da dolore addominale associato alla defecazione o a un cambiamento delle abitudini intestinali. 

Il microbiota intestinale, che agisce come un vero e proprio organo con funzioni ben definite, è in relazione mutualistica con l’ospite, fornisce energia e nutrienti e protegge l’organismo dai patogeni.  Alterazioni specifiche nella sua composizione sembrano svolgere un ruolo cruciale nella fisiopatologia dell’IBS. 

È noto che la dieta possa modulare in modo significativo il profilo del microbiota intestinale, ma è meno noto come diversi approcci nutrizionali efficaci nei pazienti con IBS, come la dieta a basso contenuto di FODMAP (Fermentable oligo-Di-saccharides-Mono-saccharides And Polyols), possano essere responsabili di cambiamenti del microbiota intestinale, influenzando così la presenza dei disturbi gastrointestinali (GI). 

I FODMAP sono carboidrati a catena corta che non essendo completamente assorbiti nell’intestino tenue, vengono fermentati dai batteri nel colon con produzione di gas. Una dieta a basso contenuto di FODMAP può alleviare alcuni sintomi intestinali, quali il dolore addominale crampiforme, la diarrea, la produzione di gas e la distensione addominale.

I FODMAP includono: 

  • Oligosaccaridi, inclusi i Fruttani e i Galatto-Oligosaccaridi (GOS)
  • Disaccaridi come il lattosio
  • Monosaccaridi come il fruttosio
  • Polioli come sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo

Le principali fonti degli oligofruttani sono i prodotti a base di cereali, mentre i galatto-oligosaccaridi si trovano nei legumi. Il lattosio è lo zucchero principale del latte di origine animale e dei suoi derivati e il fruttosio è lo zucchero della frutta. I polioli si trovano in alcuni frutti, in certi tipi di verdura e in alcuni dolcificanti artificiali o naturali. 

Ad oggi, non esiste un protocollo nutrizionale ideale per i pazienti con IBS, ma sembra fondamentale considerare l’effetto di diversi approcci nutrizionali sulla composizione del microbiota intestinale per definire meglio una strategia efficiente di gestione di questo disturbo funzionale.

Diversi studi hanno riportato che l’IBS è associata alla disbiosi del microbiota intestinale e alla presenza di infiammazione nel sistema gastrointestinale.

Nel lavoro scientifico dal titolo. “Sindrome dell’intestino irritabile con alvo diarroico predominante (IBS-D): effetti di diversi modelli nutrizionali sulla disbiosi intestinale e sui sintomi”, gli studiosi hanno valutato come la restrizione dietetica dei carboidrati fermentabili (una dieta a basso contenuto di FODMAP) in combinazione con una alimentazione priva di glutine (GFD) sia stata proposta per ridurre i sintomi clinici, per valutare la diversità del microbiota intestinale e i livelli di calprotectina fecale (FC, un marcatore proteico di infiammazione intestinale) nei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

In questo studio clinico, 42 pazienti con IBS (criteri di Roma IV) sono stati sottoposti ad intervento dietetico con ridotto apporto di alimenti FODMAP e privo di glutine per sei settimane. 

I sintomi sono stati valutati utilizzando il punteggio di gravità dei sintomi dell’IBS (IBS-SSS); i campioni fecali sono stati raccolti in fase iniziale, prima del trattamento,  dopo l’intervento e analizzati (mediante analisi quantitativa 16 S rRNA PCR).

La diversità del microbiota intestinale è stata valutata prima e dopo le sei settimane di intervento dietetico e la calprotectina fecale (FC) è stata analizzata con il metodo ELISA.

Trenta pazienti (età media 37,8 ± 10,7 anni) hanno completato la dieta di sei settimane. I loro sintomi clinici si sono significativamente ridotti dopo l’intervento dietetico rispetto alle condizioni iniziali. Differenze microbiche importanti sono state notate nei campioni fecali prima e dopo il trattamento: una crescita è stata riscontrata nella popolazione dei Bacteroidetes e il rapporto Firmicutes/Bacteroidetes (F/B) è diminuito.

Il valore della calprotectina fecale si è significativamente ridotto dopo le sei settimane di intervento nutrizionale.

Il suddetto studio, pertanto, suggerisce che i pazienti con IBS sottoposti a regime dietetico senza glutine e con ridotto apporto di alimenti fermentabili hanno avuto un miglioramento notevole della gravità dei sintomi e una riduzione dei livelli di calprotectina fecale dopo la normalizzazione della loro composizione del microbiota intestinale. Saranno necessari ulteriori e rigorosi studi per stabilire l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di questo intervento dietetico da personalizzare nei pazienti affetti da IBS.

Da una metanalisi: “Efficacia di una dieta a basso contenuto di FODMAP nella sindrome dell’intestino irritabile: revisione sistematica e meta-analisi di rete”, si evince che una dieta a basso contenuto di FODMAP si sia classificata al primo posto rispetto ai consigli dietetici della British Dietetic Association (BDA)/National Institute for Health and Care Excellence (NICE) per la riduzione della gravità dei sintomi dell’IBS: dolore, gonfiore e distensione addominale.

Si può concludere sostenendo la necessità di avere ulteriori ricerche per valutare gli effetti della dieta, della reintroduzione e della personalizzazione dell’assunzione degli alimenti FODMAP sui sintomi dei pazienti con Sindrome dell’intestino irritabile soprattutto per integrare eventuali carenze nutrizionali in particolare in pazienti già molto magri o sottopeso

Bibliografia

Sindrome dell’intestino irritabile predominante nella diarrea (IBS-D): effetti di diversi modelli nutrizionali sulla disbiosi intestinale e sui sintomi

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Influenza della dieta priva di glutine a basso contenuto di FODMAP sulle alterazioni del microbiota intestinale e sulla gravità dei sintomi nei pazienti iraniani con sindrome dell’intestino irritabile

Kave Naseri 1 2Hossein Dabiri 1Mohammad Rostami-Nejad 3Abbas Jadegar 4Hamidreza Houri 5Meysam Olfatifar 2Amir Sadeghi 2Saede Saadati 2Carolina Ciacci 6Paola Iovino 6Mohammad Reza Zali 2

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Efficacia di una dieta a basso contenuto di FODMAP nella sindrome dell’intestino irritabile: revisione sistematica e meta-analisi di rete

Christopher J Black 1 2Heidi M. Staudacher 3Alexander C. Ford 4 2

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