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Questa è l’affermazione fatta dallo scienziato PhD Bruce Ames nell’articolo pubblicato ad ottobre del 2018 “Prolonging healthy aging: Longevity vitamins and proteins” (Prolungamento dell’invecchiamento sano: vitamine e proteine della longevità), scritto in seguito a decenni di ricerche nel suo laboratorio presso il CHORI (Children’s Hospital Oakland Research Institute) in collaborazione con l’università della California San Francisco (UCSF).

Tale istituto è leader mondiale nella promozione della salute attraverso la ricerca biomedica avanzata, l’istruzione a livello universitario nelle scienze biologiche e nelle professioni sanitarie, e l’eccellenza nella cura dei pazienti. Comprende le migliori scuole di specializzazione in odontoiatria, medicina, infermieristica e farmacia.

Gli anni di studio in tale ambito hanno portato Ames ad affermare che l’alimentazione della maggior parte degli americani risulta essere carente nelle vitamine e minerali chiave, i quali svolgono ruoli fondamentali nel promuovere la longevità e nel prevenire malattie croniche come quelle cardiovascolari, i tumori e, potenzialmente, anche le patologie neurodegenerative.

L’importanza dell’assunzione di vitamine in ambito di prevenzione

Questi risultati sono presentati insieme a un’indagine dettagliata di ulteriori prove (articoli e dati) pubblicate da altri scienziati. Ames conclude che l’invecchiamento in buona salute può essere esteso assumendo livelli ottimali di 30 vitamine e minerali essenziali conosciuti, e suggerisce che questi, insieme ad altre 11 sostanze non attualmente classificate come vitamine, dovrebbero essere riconosciuti come “vitamine per la longevità” a causa del loro enorme potere nel prolungare una vita sana.

Tali sostanze nutrizionali sono componenti chiave di un vasto numero di enzimi che sono necessari per la salute metabolica del nostro organismo, ma secondo la ricerca di Ames, ben il 70% della popolazione americana ne è carente. Molte carenze non sono a livelli critici da manifestare problemi di salute immediati, come potrebbe essere il rachitismo (in caso di mancanza di vitamina D) o lo scorbuto (carenza acuta di vitamina C), ma Ames, scienziato senior del CHORI e professore emerito di biochimica e biologia molecolare all’Università di Berkeley, suggerisce che anche carenze di vitamine minori potrebbero avere un forte impatto a lungo andare, sulla salute fisica.

Le carenze di nutrienti portano alla manifestazione di malattie

Ames sostiene infatti, che la scienza della nutrizione ha a lungo trascurato il fatto che la maggior parte delle vitamine e dei minerali è richiesta da numerosissimi enzimi diversi all’interno delle nostre cellule (nell’ordine delle centinaia) e ciò significa che gli stessi nutrienti di cui abbiamo bisogno per mantenere la nostra salute quotidiana – come vitamina D, acidi grassi omega-3 e magnesio e tanti altri – sono anche componenti critici degli enzimi necessari per la manutenzione a lungo termine dei nostri corpi, in ruoli come la riparazione del DNA, la salute cardiovascolare e la prevenzione del danno ossidativo.

Di conseguenza, scrive Ames, quando il corpo deve affrontare carenze di nutrienti chiave, deve “razionarli”, consentendo agli enzimi essenziali per la nostra sopravvivenza immediata e alla capacità riproduttiva di continuare a funzionare a spese dei bisogni fisiologici a lungo termine.

Ad esempio, è stato osservato che, carenze croniche di vitamina K e di selenio portano alla produzione di un minor numero di enzimi specifici, determinando un’incapacità da parte del corpo di mantenere le arterie pulite, aumentando l’incidenza di patologie cardiovascolari e di conseguenza anche i tassi di mortalità ad esse correlate.

L’importanza dell’alimentazione per la prevenzione

“La prevenzione delle malattie degenerative date dall’invecchiamento cellulare è una scienza diversa dalla cura della malattia già manifestata: coinvolgerà le competenze in ambito metabolico, nutrizionale, biochimico e nella regolazione genica, afferma Ames.

“La dieta è molto importante per la nostra salute, guardando al futuro”. Ciò che mangiamo, se corretto e di buona qualità, ci permette di mantenere un buon potere antinfiammatorio, per evitare lo sviluppo di patologie croniche; di avere un sistema immunitario più forte, evitando la manifestazione di patologie autoimmuni; di rafforzare il potere antiossidante, in modo tale da arginare i danni legati alla presenza di radicali liberi e rallentando enormemente l’invecchiamento cellulare.

Cura ut valeas!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
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Fonti:

https://www.ucsf.edu/news/2018/10/412016/perspective-adequate-consumption-longevity-vitamins-could-prolong-healthy-aging?fbclid=IwAR3Gf4tp9IxvizgrXNK9jmFlaRAROFzHvq0rQv4NuvUKaI2EmlHCUArEyDk
https://www.pnas.org/content/115/43/10836