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Questa è una delle testimonianze della dott.ssa Biologa Nutrizionista Francesca Marcon, membro del comitato scientifico di EINUMM che applica i principi della Medicina Nutrizionale e Metabolomica nella sua professione.

P.M., 48 anni , era la mamma di una mia paziente che avevo aiutato in passato. Visti i  buoni risultati ottenuti con la figlia, si è rivolta a me per capire se poteva migliorare la propria energia anche attraverso l’alimentazione.

Lei aveva un problema di salute, una tiroidite di Hashimoto e un fibroma uterino, che negli anni precedenti le aveva causato problemi di anemia e conseguente astenia.

Era seguita dal proprio ginecologo e aveva affrontato diverse terapie.  

I suoi esami del sangue evidenziavano un infiammazione (la VES era oltre il limite superiore del range ), il TSH oscillava attorno ai 5 e valori epatici erano alterati (ALT attorno ai 50). Le ho chiesto un pò più di informazioni, e mi ha detto che nell’ultimo anno aveva avuto delle metrorragie importanti, per cui  aveva fatto una iniezione per bloccare il ciclo e successivamente il ginecologo le aveva consigliato una terapia progestinica, che però aveva causato l’alterazione  dei valori del fegato.

Al momento della visita lei si sentiva gonfia, stanca, ed era anche preoccupata per questi ultimi valori.

Sapeva che doveva proseguire con le terapie mediche ma voleva sapere se dal punto di vista dell’alimentazione poteva ritrovare un’energia maggiore.

Parlando con lei ho capito che era una persona molto attiva, mi ha confidato i suoi progetti futuri, per i quali voleva tornare ad essere in forma e ad avere energia. 

Da mamma non poteva farsi vedere stanca o giù di morale, per cui  nascondeva ogni giorno la sua stanchezza e debolezza e si sforzava di fare le varie attività e di mostrare un morale alto. Non poteva continuare così ancora per molto. 

Aveva dunque deciso di prendere in mano la situazione, e voleva farlo anche dal punto di vista dell’alimentazione.  

Purtroppo era ancora sconfortata perchè nonostante aver seguito numerose terapie non aveva ancora riacquistato l’energia che desiderava.

Era mio compito quindi supportarla nelle terapie con l’alimentazione più adatta alle sue esigenze, facendole comprendere cosa stava succedendo nel suo corpo. 

Ho iniziato quindi a farle domande più specifiche, e ho capito che dal punto di vista alimentare c’erano alcune cose da correggere, in particolare il consumo ricorrente di dolci.

Dal suo punto di vista non ne mangiava molti (anche perchè in base all’esperienza della figlia sapeva che erano da evitare), ma stilando il diario alimentare realizzò che effettivamente non ne mangiava così pochi.

Già a questo punto mi disse che si stava rendendo conto che doveva cambiare, ed era felice del fatto che stava iniziando a capire come poter agire.

Le ho spiegato che cosa sono i fibromi uterini  e i motivi per cui insorgono problemi alla tiroide, e successivamente le ho stilato un piano alimentare in base al suo metabolismo togliendo gli zuccheri e altri cibi sconsigliati per la tiroidite e inserendo invece più grassi del pesce e della frutta secca e verdure. 

Le ho consigliato anche un’integrazione specifica per la tiroide a base di piante adattogene e vitamina D e le ho dato anche un  buon multivitaminico, magnesio e vitamina C extra, vista la stanchezza.

Le ho ricordato che avrebbe passato una fase di riparazione del metabolismo, e l’ho rassicurata sul fatto che per qualsiasi problema o difficoltà avrebbe potuto contattarmi. Quando le ho detto queste ultime parole mi ha guardato quasi commossa e mi ha ringraziato per la disponibilità.

Questo punto penso che sia fondamentale nel rapporto con il paziente: essere presenti il più possibile e aiutarlo nei momenti di difficoltà rafforza il legame e la fiducia e permette anche di ottenere risultati migliori. A nessuno piace sentirsi un numero. 

La fase di riparazione fu meno intensa del previsto, anche perchè avevo già detto alla paziente che in caso di intensa stanchezza avrebbe potuto aumentare la vitamina C, cosa che fece senza chiedermi nulla.

Dopo un pò mesi P.M. era un’altra persona: l’energia era tornata, tanto è vero che aveva iniziato ad andare a nuoto, si sentiva più energica, aveva più voglia di fare e  mi confidò che “aveva fatto pace con il suo corpo”, e che ora si accettava e accettava anche la nuova fase della menopausa. 

Mi portò in visione anche gli esami del sangue, che mostravano valori epatici nella norma, e il referto di un’ecografia che mostrava la riduzione del fibroma uterino.

Le terapie che stava seguendo stavano facendo il loro miglior effetto. Era felice.

La sua vittoria principale è stata  proprio il sentirsi bene con il proprio corpo e con se stessa come persona, si vedeva meglio di 15 anni prima (e questo lo confermo avendo visto le foto!) e soprattutto, mi disse, che ora era una donna più consapevole e con in mano il controllo della sua vita.”

Dott.sa Francesca Marcon