Quando sottoponiamo il fisico ad un intervento chirurgico, lo stiamo a tutti gli effetti sottoponendo ad un forte stress e come tale va gestito nella maniera corretta. In questo modo l’organismo avrà tutte le possibilità per sostenere al pieno delle sue forze l’intervento e guarire in tempi possibilmente brevi.

A cosa va incontro l’organismo?

Per prepararci ad un’operazione chirurgica, di qualsiasi entità essa sia, ed al periodo successivo di convalescenza, risulta fondamentale fornire al corpo tutti e 22 gli aminoacidi per favorire la ricostruzione dei tessuti.

1) Perché gli aminoacidi? Queste molecole organichesono le unità fondamentali delle proteine, sono costituite sempre da un gruppo detto carbossilico (anche chiamato “C-terminale”, ed è acido) e un gruppo amminico (chiamato “N-terminale”, ed è basico); ognuno di questi due gruppi si pone alle rispettive estremità dell’amminoacido e per questo vengono detti terminali.

Il legame che unisce un amminoacido con un altro viene detto peptidico e si forma sempre tra il gruppo C-terminale di uno con il gruppo N-terminale di un altro amminoacido. E’ così che si dà vita alla catena/sequenza più complessa, la proteina. Chain with color links, white reflective background.

Il nostro stomaco e la parte iniziale dell’intestino tenue sono in grado di spezzare questo legame peptidico, in modo che poi i singoli aminoacidi possano essere facilmente assorbiti dall’intestino e ri-utilizzati dal nostro organismo.

Quando si subisce un intervento chirurgico, anche se poco invasivo, i vari tessuti della zona interessata subiscono traumi fisici e meccanici (pensate ad esempio al taglio del bisturi, o ad una sutura, o ad una resezione), dovranno quindi in un secondo momento, mettere in atto dei processi di riparazione e ricostruzione per i quali gli aminoacidi in forma libera sono indispensabili (sono costituenti stessi dei tessuti e sono promotori della loro formazione).

Entrando più nello specifico in stato di convalescenza dopo un’operazione aumenta la necessità dell’organismo di produrre tessuto connettivo, ossia quei tipi di tessuto che provvedono al collegamento, al sostegno e al nutrimento di altri tessuti dei vari organi e che derivano dal mesenchima (tessuto connettivo embrionale).

2) L’aiuto degli enzimi proteolitici. Come anticipato poco fa, i legami tra i vari aminoacidi vengono detti peptidici e per “romperli” l’organismo sfrutta uno specifico tipo di enzimi, detti proteasi, che agiscono durante la digestione.

In caso di intervento chirurgico o del periodo appena successivo di convalescenza, è importante aiutare il corpo a svolgere questo processo per permettere di assimilare meglio e più velocemente le varie proteine, arrivando a scomporle in tempi più brevi rendendo così gli aminoacidi che le compongono, prontamente disponibili per essere riutilizzati. Se necessario quindi è importante integrarli ulteriormente.

intestino1Questi enzimi vengono chiamati proteasi o peptidasi, ne esistono diversi tipi a seconda di dove agiscono (possono intervenire rompendo in frammenti diversi le catene proteiche oppure rimuovendo un aminoacido per volta alle estremità). Il più famoso è la pepsina, prodotta dai succhi gastrici dello stomaco in una forma inattiva, il pepsinogeno, che viene attivato grazie al pH acido di quest’organo.

Le proteasi sono indispensabili per il ricambio cellulare, per la crescita, per la riparazione e la sostituzione delle cellule che hanno terminato la loro vita utile, o che sono morte a causa di ferite e malattie.

Non bisogna tralasciare l’importanza della glutammina per migliorare la capacità di assorbimento della mucosa gastrica e di conseguenza la digestione.

3) Innalzare la capacità antinfiammatoria. Durante una fase delicata e traumatica per il fisico come questa, è necessario fare in modo che le infiammazioni siano controllate nella maniera giusta. E’ indispensabile, a questo scopo, aumentare il più possibile le difese immunitarie e antinfiammatorie. Questo è ottenibile integrando sufficienti quantità di omega 3-6-9, vitamina C, lisina, prolina, curcuminoidi, bromelina e vitamina D.

4) Sostenere la flora batterica intestinale. Solitamente in prossimità di un intervento chirurgico, per evitare infezioni e abbassare i livelli infiammatori, l’organismo viene sottoposto a cicli antibiotici. Esiste però il rovescio della medaglia all’utilizzo degli Ab, infatti quest’ultimi comportano un forte scombussolamento e indebolimento della flora batterica intestinale. Ciò si traduce quindi in un peggioramento nell’assorbimento dei vari nutrienti.

E’ importante durante la preparazione e la convalescenza ad un’operazione, rinforzare il biota intestinale fornendo il corretto apporto di probiotici, fermenti lattici e prebiotici e tutte quelle sostanze che possono determinare un miglioramento della flora. Questo discorso vale anche da un punto di vista alimentare e non solo d’integrazione: è indispensabile eliminare dalla dieta ogni tipo di zucchero raffinato e cibo elaborato che va ad indebolire la condizione batterica a livello di intestino.

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5) Replicazione del DNA. Abbiamo descritto, qualche paragrafo fa, l’importanza, per il nostro corpo in questa condizione, di ricostruire i tessuti e di creare/sviluppare/differenziare nuove cellule. Per attuare tutto ciò è necessario attivare e favorire la replicazione del DNA, ossia l’informazione genetica contenuta in ogni nostra cellula, quella che tira le fila e permette al nostro corpo di svolgere ogni sua funzione fisiologica e che determina i ruoli e i tempi di azione di ogni cosa del nostro fisico.

Per favorire tale processo è indispensabile fornire al corpo un’abbondante concentrazione di Vitamina D, la quale interviene nell’espressione genica di molti geni e anche di Zinco, fondamentale cofattore di questo meccanismo.

Cura ut valeas!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista