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Questa è una delle testimonianze della dott.ssa Biologa Nutrizionista Francesca Marcon, membro del comitato scientifico di EINUMM che applica i principi della Medicina Nutrizionale e Metabolomica nella sua professione.

“N.D. era una mamma molto attenta alla salute e all’alimentazione e voleva sapere cosa poteva fare per aiutare a gestire la dermatite atopica dei suoi 2 bambini.
Lei curava questo problema con creme dermatologiche che funzionavano al momento, ma ciclicamente la situazione si ripresentava.
Il dermatologo le aveva indicato che probabilmente c’era qualcos’altro da valutare dal punto di vista alimentare, e per questo le aveva consigliato di farsi seguire da un nutrizionista.
Questa dermatite causava notevoli disagi ai suoi figli, prurito intenso, bruciore e fastidio di notte con conseguenti risvegli e pianti. Come mamma si sentiva male nel vedere i suoi figli in questo stato e questo l’aveva spinta a cercare una soluzione. 

Entrambe inoltre eravamo d’accordo sul fatto che i bambini si meritavano di vivere tranquillamente la loro infanzia, e dovevamo fare qualcosa.


A differenza dei pazienti normali quando si tratta di bambini la sfida è decuplicata rispetto al solito.
Non si può pretendere che un bambino abbia un’estrema disciplina nel seguire un’alimentazione corretta, e nemmeno che il genitore lo forzi a farlo.
Il problema  principale era far capire ai bambini cosa mangiare e cosa no.
Togliere certi alimenti, come cioccolato e dolci, non era di cosa facile e soprattutto non volevamo farli sentire diversi dagli altri, facendo loro provare la sensazione di “privazione”. 

Parlando con la mamma ho capito che sebbene l’alimentazione nel complesso fosse buona c’erano comunque più zuccheri e cioccolato, di cui i bambini erano ghiotti, e che i nonni da una parte e la scuola materna dall’altra fornivano quasi quotidianamente (la merenda con i biscotti o le torte per i compleanni).

Il problema principale era legato alla condizione del microbiota intestinale che influisce direttamente sulla pelle, dovevamo quindi agire nella direzione di risanarla.

Ho avuto l’idea di elaborare una una visita ad hoc per questi bambini, avevo intuito che se non ottenevo la loro collaborazione non ce l’avremmo mai fatta a riequilibrare il loro metabolismo.
Ho deciso di fare una visita diversa dal solito spiegando loro con disegni e raccontando sotto forma di storia come funzionano i batteri intestinali. Gli ho mostrato il fatto che i batteri “cattivi” si nutrono di zuccheri e così diventano più forti, i batteri cattivi attaccano quelli buoni nella pancia e le ferite si vedono sulla pelle.
Con i bambini ho ottenuto il patto di aiutarli a sconfiggere i cattivi per stare meglio: ero riuscita ad ottenere la loro collaborazione in chiave di gioco contro i batteri!

In quanto integrazione ho dato un multivitaminico, che la mamma tritava e diluiva in un pò di succo, poi ho dato il kefir per la sistemazione intestinale. 

Infine ho dato anche omega 3: con grande sorpresa sia mia che della mamma, uno dei 2 bambini li adorava e li mangiava come fossero caramelle, tanto che la mamma li doveva nascondere! 

Io sapevo che la fase più critica di tutto il percorso erano le fasi di riparazione del Metabolismo.
Solitamente sono difficili da affrontare per gli adulti, figuriamoci un bambino.
Inoltre con i bambini la cosa è ancora più critica in quanto le loro fasi di riparazione mediamente sono molto più veloci rispetto gli adulti. 

Mi sono presa cura di spiegare tutto questo alla mamma, indicandole esattamente quali segnali avrebbero mostrato tali fasi nei suoi bambini durante il percorso. 

Come avevo previsto le fasi di riparazione sopraggiunsero rapide e veloci.

La mamma mi riferì che avevano molta fame e un aumentato bisogno di dormire, tanto che aveva raddoppiato le porzioni di cibo e aumentato, su mia indicazione, la frequenza di carne e l’uso di olive, olio e frutta secca.  Si era un pò preoccupata se fosse normale o meno, perchè non li aveva mai visti così affamati e con il desiderio di riposare. L’avevo rassicurata che era tutto nella norma e che doveva semplicemente continuare con il percorso. 


La cosa sorprendente per me è stata questa: per quanto riguarda i nonni, furono i bambini ad agire, rifiutando  i dolcetti che venivano loro dati e chiedendo invece alimenti più sani. Devo dire che la mamma è stata bravissima nella gestione della cosa, facendo anche dolcetti e biscotti senza zucchero e dando sempre valore al fatto che quello che mangiavano non era diverso dagli altri, ma era più speciale degli altri, facendoli quindi sentire più importanti. 

Dopo qualche mese grazie al riequilibrio della flora intestinale e del microbiota  le manifestazioni della dermatite erano quasi scomparse. I bambini erano più felici, e ovviamente anche i loro genitori.

Ad oggi i 2 bambini sono cresciuti bene e in salute, e soprattutto sanno cosa fa loro bene e cosa no: la mamma mi ha confidato in un’occasione che il più grande aveva avuto un pò di dermatite in viso e che le aveva detto: “non ti preoccupare mamma, è perchè ieri ho mangiato cioccolata con lo zucchero, poi mi passa”! 

Questa è stata una grande soddisfazione anche per la mamma, che sa che i suoi figli sono responsabili della loro salute. 

La cosa importante è stata soprattutto questa: far comprendere la situazione ai bambini  in modo da renderli responsabili delle loro azioni e scelte. Questa è stata la carta vincente. D’altra parte se non facciamo capire al paziente come funziona il suo corpo, come possiamo pretendere che stia meglio?”

Dott.sa Francesca Marcon