L’Alzheimer è una patologia neurodegenerativa progressiva che interessa il cervello. I sintomi iniziali vengono erroneamente attribuiti a stress o a semplice invecchiamento e per questo motivo spesso sono trascurati.

Nel progredire della malattia però ci si scontra con la difficoltà nello svolgere attività quotidiane, anche le più semplici, si dimenticano nomi ed eventi recentemente accaduti, si sviluppano difficoltà di linguaggio. Inoltre spesso si presenta disorientamento spazio-temporale e cambiamenti repentini di umore.

Alzheimer: il diabete di tipo 3

Esiste un legame tra diabete di tipo 2 e Alzheimer ed è dato dalla resistenza all’insulina come nemico numero uno. Questa condizione corrisponde alla diminuzione della sensibilità delle cellule del nostro organismo all’insulina, ciò significa che l’effetto di questo ormone è sempre minore, pur producendone le stesse quantità; il corpo quindi è indotto a produrne di più, oltre una certa soglia però le cellule beta del pancreas deputate alla sintesi di insulina non riescono ad adeguarne la sintesi . Il collegamento tra le due malattie appare anzi così forte che alcuni si sono spinti a definire l’Alzheimer come il “diabete di tipo 3“, che colpisce il cervello.

Alla base dell’insorgenza dell’Alzheimer vi è un’eccessiva produzione della proteina A-beta nelle cellule cerebrali, che andando ad accumularsi negli spazi intercellulari forma delle vere e proprie placche che sono una delle principali cause della progressiva degenerazione cellulare.

La resistenza all’insulina contribuirebbe alla formazione di queste placche amiloidi responsabili appunto del danneggiamento di alcune funzioni cerebrali come la memoria e l’orientamento.

L’insulina quindi è un ormone dalle mille attività. Non solo regola il livello di zuccheri nel sangue, ma aiuta anche i neuroni a utilizzare il glucosio come fonte di energia e contribuisce alla loro plasticità, permettendo loro di formare nuove connessioni. Questo ormone è importante perché permette la sopravvivenza cellulare. Quando insorge l’Alzheimer il peptide amiloide produce la morte cellulare, l’insulina la inibisce. Quando nel diabete c’è resistenza all’insulina, le cellule ne catturano meno e l’effetto protettivo contro i meccanismi indotti dall’Alzheimer si perde.

L’importanza dei nutrienti

Da un punto di vista metabolico esistono diversi fattori che se carenti contribuiscono al peggioramento della patologia in questione. Questi micronutrienti risultano quindi fondamentali, se integrati come supporto al trattamento medico, per contrastare il progredire della malattia, e permettere che i sintomi si presentino il più tardi possibile e in una maniera più “blanda”.

Tra questi ci sono la Vitamina D, il magnesio, il calcio, gli omega 3-6-9, l’estratto di cannella, l’acido alfa lipoico, la carnitina, le vitamine del gruppo B, il cromo, i probiotici e la glutammina.
Approfondiamo il tema per alcuni di questi..

CANNELLA
Come confermato da studi scientifici conclusisi nel 2014, svolti principalmente su modello murino, l’estratto di cannella incrementa l’azione dell’insulina nel cervello così come la stessa attività cerebrale e locomotoria. Questo specifico effetto della cannella serve per mediare le alterazioni metaboliche della periferia per decrementare il grasso del fegato e migliorare l’omeostasi del glucosio.

CARNITINA
Questo aminoacido assume un ruolo fondamentale nella produzione di energia a livello mitocondriale, nel miglioramento del danno ossidativo (fattore negativo che acquista molta importanza in questa patologia) e nell’attività enzimatica.

MAGNESIOmagnesio1
Il magnesio, oltre a fungere da co-fattore della Vitamina D, è coinvolto in 300 funzioni intracellulari, ad esempio: favorisce la motilità intestinale, contrasta la resistenza insulinica e contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso. Inoltre essendo alcalino, contribuisce all’assimilazione del calcio.

PROBIOTICI
Alcuni probiotici hanno dimostrato la capacità di mantenere l’equilibrio intestinale migliorando l’innalzamento della mucosa intestinale.
Svariati meccanismi sono stati proposti per spiegare i benefici dati dai probiotici, indicando che alcuni ceppi batterici sono capaci di modulare positivamente il microbioma intestinale e il sistema immunitario, producendo inoltre dei metaboliti con capacità antinfiammatorie.

LUTEINA
La luteina ha un grande potenziale come strategia preventiva nutrizionale in malattie neurodegenerative correlate all’infiammazione

GLUTAMMINA
La glutammina è l’amminoacido più abbondante nella circolazione sanguigna umana. Può essere sia essenziale che critico per molte funzioni cellulari. Nel cervello, la glutammina è prodotta principalmente dagli astrociti* liberando l’enzima glutammina sintetasi . Cosa importante, la carenza di glutammina intralcia le funzioni cellulari critiche come la produzione di energia dei mitocondri, la risposta a danni al DNA, l’apoptosi* e l’autofagia*. L’integrazione di glutammina può quindi essere di interesse nel prevenire o ritardare le malattie degenerative legate all’età, nelle quali la perdita di queste funzioni è la norma.

Alzheimer e cibo

Ovviamente anche l’alimentazione è essenziale. In una condizione di patologia neurodegenerativa l’organismo richiede grassi buoni , quindi sono altamente consigliati i pesci un po’ più grassi, come sardine, acciughe, aringhe; la frutta secca (per lo più noci di macadamia e noci), l’olio extravergine d’oliva e l’olio di lino. Tutti questi cibi sono ricchi di omega 3-6-9, bilanciati nelle giuste proporzioni.
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E’ importante anche la verdura a foglia verde e per ricreare la flora intestinale lo yogurt o il kefir (ricchi di fermenti lattici e probiotici).

E’ di estrema importanza eliminare i cibi industrialmente elaborati e gli zuccheri, poiché, avendo visto precedentemente che l’alzheimer potrebbe essere benissimo considerato un diabete di tipo 3, è fondamentale mantenere sotto controllo il metabolismo dei carboidrati, permettere al nostro corpo di produrre le giuste quantità di insulina e di evitare assolutamente la condizione di resistenza-insulinica.
Per questo motivo è consigliabile ridurre il più possibile il consumo di dolci e di cereali e loro derivati.

GLOSSARIO
*Astrociti: tipo di cellule che vanno a costituire il sistema nervoso
*Apoptosi: rappresenta un tipo di morte cellulare programmata, finemente regolata.
*Autofagia: processo cellulare di autodistruzione, simile all’apoptosi, ma che avviene in maniera differente. Questo fenomeno viene attuato per auto fagocitosi, soprattutto in seguito a carenze gravi di nutrienti della cellula.

Cura ut valeas!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista

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Fonti:

http://www.alzforum.org/sites/default/files/legacy/res/for/journal/delamonte/jad00400.pdf
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0092358
http://diabetes.diabetesjournals.org/content/46/11/1786.short
http://www.pnas.org/content/99/4/1876.short
http://link.springer.com/chapter/10.1007%2F978-0-387-09550-9_5#page-1
http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/10408398.2014.941457#.VoP5zfnhDIU
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/mnfr.201500109/abstract
Diet and Nutrition in Dementia and Cognitive Decline 2015, Pages 761–771Chapter 70 – Glutamine as a Potential Neuroprotectant in Alzheimer’s Disease Jianmin Chen, PhD1, Karl Herrup, PhD1, 2